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Oltre la meta: viaggiare in moto e l’arte del percorso

Non c’è niente come scivolare attraverso il vento con la sensazione che ogni centimetro di strada sotto di te sia un piccolo trionfo. Il motto “la vita è un viaggio, non una destinazione” assume una realtà viscerale quando sei in sella a una moto, perché in quel momento, la vita è davvero un viaggio — un gran bel viaggio.

La moto mi trasforma in un esploratore dei sensi. Non c’è vetro che mi separi dal mondo: l’aria fredda mi schiaffeggia il viso, è un risveglio, un richiamo all’avventura. Respiro il profumo dolce e terroso dei boschi che, come un cambiamento di scena teatrale, si trasforma nell’odore salmastro del mare con una naturalezza che stupisce. Il rombo del motore è un sottofondo costante, una melodia che, piuttosto che coprire, amplifica la sinfonia della natura.

Sono le strade meno battute che chiamano, quelle che serpeggiano lungo coste rocciose e si inerpicano su colline verdi. In moto, ogni curva è un’anticipazione, ogni salita un’aspettativa. Ho viaggiato su asfalti che si stendono come nastri tra campi dorati, e ho imparato che i migliori panorami sono quelli conquistati con la fatica del polso.

La mia moto non è solo un mezzo di trasporto; è una compagna di viaggio, un’estensione di me stesso. Il suo motore non romba; racconta storie. Ogni accensione è un prologo, ogni viaggio un capitolo. Non è raro che mi ritrovi a dialogare con lei, a ringraziarla per avermi accompagnato ancora una volta, intatta e soddisfatta, nel nostro piccolo teatro di strada.

Viaggiare in moto è anche un’affermazione di comunità. L’amicizia si cimenta e si cementa su questi percorsi asfaltati. Le soste diventano riti condivisi, spesso in cerca di quel boccone semplice ma autentico, dove il racconto delle strade percorse diventa il vero nutrimento dell’anima.

Ma tra una risata e l’altra, c’è quella solitudine meditativa. È una specie di spa per l’anima, dove sei solo tu, il casco e la strada. Le distrazioni si dissolvono come il fumo di un vecchio caffè di campagna che passi sfrecciando, lasciandoti libero di immergerti nei tuoi pensieri.

Sono le piccole cose che contano, si dice. Beh, in moto, è il piccolo movimento del piede per cambiare marcia, la pressione perfetta sulla leva del freno, la curva che si avvicina e che sai già che prenderai con grazia. Sono momenti di pura, incontaminata felicità.

Viaggiare in moto non è solo spostarsi da A a B. È scoprire che la linea retta tra due punti può essere incredibilmente noiosa e che è molto meglio un bel percorso sinuoso. È qui, tra il rombo del motore e il canto degli uccelli, che si trova la vera essenza del viaggio. E, signori miei, è un viaggio che non ha bisogno di una destinazione.

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