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Echi dal passato: riflessioni su autenticità e serenità in un mondo rumoroso

Mentre navigavo tra le pieghe digitali del mio archivio personale, sono incappato in un vecchio post del 2003, un’epoca in cui il blog era il mio diario aperto al mondo, un luogo dove riversavo pensieri e riflessioni con la speranza che qualcuno, da qualche parte, potesse trovare in essi un’eco delle proprie esperienze. Il post in questione, scritto in una tranquilla mattinata di ottobre, parlava di un tema tanto semplice quanto complesso: l’importanza di rimanere fedeli a se stessi, nonostante il frastuono di opinioni e giudizi che il mondo insiste a versare nelle nostre vite.

Rileggendolo, non ho potuto fare a meno di sorridere, pensando a quanto fosse giovane e idealista quel Matteo di vent’anni fa, eppure, quanto fosse saggiamente intuito il cuore del problema. La verità è che, nonostante il passare degli anni e l’evolversi delle tecnologie, il dilemma di vivere autenticamente in un mare di percezioni esterne rimane immutato.

La Questione dell’Autenticità

L’autenticità, in un’era dominata dai social media, sembra una moneta sempre più rara. Viviamo in un mondo dove l’immagine che proiettiamo online può essere curata e filtrata fino a diventare irriconoscibile. E in questo teatro delle apparenze, il pensiero di cosa gli altri possano pensare di noi assume un peso talmente opprimente da farci dimenticare chi siamo davvero.

Ma ecco la verità, scoperta in quella lontana mattina di ottobre oggi è più valida che mai: non possiamo piacere a tutti. E, francamente, non dovremmo nemmeno provarci. Cerca, invece, di piacere a quelle poche persone che contano davvero, quelle che “ti conoscono veramente e amano quello che conoscono”.

La Saggezza di Un Vecchio Post

Il mio vecchio post raccontava di una conversazione con un amico, tormentato dal dilemma di agire o non agire in base al timore del giudizio altrui. In quel dialogo, emergeva una verità semplice ma potente: vivere in maniera autentica, facendo ciò che si ritiene giusto, è l’unico modo per navigare la vita senza perdere se stessi nel processo.

Una Storia Zen per Concludere

E per chiudere, proprio come feci vent’anni fa, desidero condividere una storia Zen che ha il potere di illuminare con semplicità e profondità:

Ah sì?

Il maestro di Zen Hakuin era decantato dai vicini per la purezza della sua vita.
Accanto a lui abitava una bella ragazza giapponese, i cui genitori avevano un negozio di alimentari. Un giorno, come un fulmine a ciel sereno, i genitori scoprirono che era incinta.
La cosa mandò i genitori su tutte le furie. La ragazza non voleva confessare chi fosse l’uomo, ma quando non ne poté più di tutte quelle insistenze, finì col dire che era stato Hakuin.
I genitori furibondi andarono dal maestro.
«Ah sì?» disse lui come tutta risposta.
Quando il bambino nacque, lo portarono da Hakuin. Ormai lui aveva perso la reputazione, cosa che lo lasciava indifferente, ma si occupò del bambino con grande sollecitudine. Si procurava dai vicini il latte e tutto quello che occorreva al piccolo.
Dopo un anno la ragazza madre non resistette più. Disse ai genitori la verità: il vero padre del bambino era un giovanotto che lavorava al mercato del pesce.
La madre e il padre della ragazza andarono subito da Hakuin a chiedergli perdono, a fargli tutte le loro scuse e a riprendersi il bambino.
Hakuin non fece obiezioni. Nel cedere il bambino, tutto quello che disse fu: «Ah sì?».

Questa storia, oltre a essere un perfetto esempio di calma zen di fronte all’ingiustizia, riflette la lezione più grande: l’importanza di restare ancorati ai propri principi, indipendentemente dalle tempeste che possiamo incontrare. Vivere autenticamente, liberi dal peso del giudizio altrui, è un percorso che richiede coraggio e serenità, qualità che, come il maestro Hakuin ci insegna, sono sempre alla nostra portata.

Mentre il mondo continua a cambiare, alcune verità rimangono costanti. La ricerca dell’autenticità, la serenità di fronte al giudizio e la saggezza di scegliere le battaglie che contano davvero sono principi che non passano mai di moda. E forse, in questo viaggio attraverso il tempo, il vero insegnamento è che, nonostante tutto, siamo ancora qui, a cercare, a vivere e, soprattutto, a imparare.

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